Mostra: TESTIMONE DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA’ – Fabrizio Tempesti

Mostra: TESTIMONE  DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA’ – Fabrizio Tempesti

«Le mie fotografie nascono sempre da una necessità interiore, da un’esperienza dello spirito. […] Ho una visione della vita, e talvolta cerco di trovare l’equivalente sotto forma di fotografie.»1 In questa concisa asserzione che Alfred Stieglitz stilò quasi un secolo addietro, c’è tutta l’essenza del “fare fotografia” in quanto proiezione del proprio io, della propria individualità, della propria unicità fatta di esperienze, di situazioni, di cultura e di sensibilità. Il fotografo, secondo Stieglitz (e non solo secondo il grande fotografo e gallerista statunitense), è colui che, attraverso gli “equivalenti”, ritrae i propri stati d’animo, e riesce quindi a rivelare l’invisibile tramite il visibile, l’interno attraverso l’esterno. Ovverosia, come affermava Roland Barthes, «il fotografo è essenzialmente testimone della propria soggettività, cioè del modo in cui si pone come soggetto di fronte a un oggetto.»2

In altre parole, l’atto fotografico non può essere altro che un gesto interpretativo conseguente alle caratteristiche culturali, sociali, ideologiche ed etiche del fotografo, nonché ai condizionamenti di varia natura del contesto.

Tutto ciò ci fa capire che una fotografia non ci parla mai solo di chi o di cosa sta davanti all’obiettivo, ma anche (e talvolta soprattutto) di chi si trova dietro ad esso, con tutte le sue caratteristiche sensoriali, non necessariamente solo visive, ma anche mentali, cognitive ed emozionali. Perché prima di tutto siamo uomini, con le nostre propensioni, le nostre capacità e le nostre debolezze, e solo in un secondo tempo siamo fotografi.

Ordunque, l’opera di Fabrizio Tempesti, il suo lavoro (in pratica tutto il suo lavoro, da quello delle immagini di stampo marcatamente concorsuale degli inizi, fino agli ultimi portfolio, ponderati e maturi, realizzati negli anni più recenti), sembra essere un’implicita conferma di quanto detto. Dietro all’obiettivo c’è un uomo che ha la coscienza del suo ruolo, un uomo innamorato della fotografia in quanto strumento di ricerca, di riflessione, di sviluppo intellettuale, e quindi di cultura. Dietro all’obiettivo c’è un fotografo poco incline a cercare facili gratificazioni attraverso lo sfoggio della propria creatività. C’è, invece, un autore che, tramite il medium fotografico, preferisce rappresentare il “fuori” attraverso il suo “dentro”, e che nell’immagine proietta, con onestà intellettuale, le sue sensazioni e il suo vissuto, consapevole di dare spazio e corpo a qualcosa che va oltre al rappresentato. La fotografia è uno strumento che consente di esprimere impressioni ed emozioni, opinioni e idee, è un mezzo che consente di esteriorizzare sentimenti, movimenti dell’animo; come lo stupore destato dalla contagiosa allegria a metà prezzo degli “happy hour”, oppure la compassione e la partecipazione per l’assordante silenzio della casa di guerra, o ancora la rispettosa carità per i morti del Macrolotto di Prato.

Una fotografia fatta senza avere qualcosa da dire è una fotografia vuota, una fotografia senz’anima. Lo sa bene Fabrizio. Le sue, per chi le sa cogliere, sono emozioni sincere, trasparenti e, in quanto tali,  catalizzatrici di altre emozioni.

FULVIO MERLAK

Fabrizio Tempesti – biografia

Fabrizio Tempesti è nato e risiede a Prato. Si avvicina alla fotografia negli anni del liceo (‘68) ma inizia a fotografare con impegno e stampare il bianco e nero nel 1977, anno di iscrizione al Fotoclub Il Bacchino BFI di Prato. Dopo le prime ammissioni arrivano numerosi premi ad importanti concorsi valevoli per la statistica FIAF. E’ animatore di significative attività culturali, direttore del Dipartimento Manifestazioni FIAF e Consigliere Nazionale per 9 anni, attività che gli valgono le onorificenze BFI ed ESFIAP. Nel maggio 2013 gli viene conferita anche quella di IFI (Insigne Fotografo Italiano).

Alcune sue pubblicazioni sono: Reperti Industriali (1982); Prato, Città di Mercanti (1983); I sassi acuti della Calvana (1993); Il tempo dei cento colpi (1996); Storie diverse di gente comune (2014). Ha esposto nelle collettive Un Paese unico, Italia fotografie (Alinari, 1997); Immagini del gusto (FIAF-Slow Food, 2005 e FIAF 2008); 17 marzo 2011, Una giornata Italiana; Casa di guerra (CIFA Bibbiena, fase finale Portfolio Italia 2013); Manichini della Moda (CIFA Bibbiena, fase finale Portfolio Italia 2014, 2° premio ex aequo). Nel 2015 è uno dei dieci Testimonial Samsung per il progetto della FIAF Tanti per Tutti, viaggio nel volontariato italiano e nel 2016 la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche lo nomina Autore dell’Anno.

Galleria FIAF – Morena Tommasini

I cacciatori di teste – Morena Tommasini

Siamo nel Borneo, Malesia.
Loro sono gli Iban del Sarawak e attraverso queste fotografie vorrei riuscire a portare un po' di loro dentro ad ognuno di voi. E' una popolazione tribale che vive ancora in gran parte secondo le tradizioni e le usanze antiche; qualcuna è stata abbandonata qualche altra viene portata avanti ancora oggi. Ho cercato di rappresentare quello che è la loro quotidianità, il loro spirito animista, il loro senso del legame familiare e comunitario. Guardateli negli occhi quando possibile, non sempre lo lasciano fare, fotografare gli occhi temono possa rubare l'anima, sono molto religiosi. Hanno poco, i pochi oggetti moderni sono evidenti passaggi dei turisti, ma ti accolgono sorridenti ed offrono allo straniero quanto è loro possibile, anche solo un bicchiere di vino di riso. Sorridono, sorridono tanto, io mi chiedevo perchè e ancora non ho la risposta. Mi auguro di trasmettere attraverso poche fotografie quello che sono e quello che hanno da dare e da chiedere. Mi auguro questo possa essere un reportage diverso.
Siate viaggiatori, mai turisti. Sempre ed ovunque.

La mostra sarà inaugurata Lunedì 9 Gennaio 2017 alle ore 21,30 presso la sede del Circolo Fotografico PHOTOCLUB EYES BFI in Via Montessori 39 a San Felice sul Panaro.

Galleria FIAF – Mondo Privato

MONDO PRIVATO – Simona Marchesini

Simona porta sempre una grande attenzione a ció che la circonda. Ha un grande amore e rispetto per la natura ed é sempre alla ricerca di ció che esiste oltre l'apparenza e quindi si pone in ascolto dei segnali provenienti da un mondo superiore o piú spirituale. Attraverso le sue immagini ci permette di vedere la realtá delle cose oltre la loro essenza, un po' come viaggiare su di un altro pianeta. La natura amica instaura un meraviglioso dialogo con colei che ne comprende il linguaggio e ci dona una rappresentazione del mistico rifugio, fautore di un nuovo nutrimento energetico. Ogni sfumatura, sfocatura o dissolvimento ci portano ad un'autentica visione dell'invisibile nel visibile. A noi il privilegio di comprendere questo scambio, che si rivela attraverso l'arte del fotografare. Testo di Patrizia Digito

Galleria FIAF – Back to the ANALOG

Mostra fotografica realizzata con sistema analogico e stampe argentiche dai soci del Photoclub Eyes. Dal 5 settembre presso la Galleria FIAF del Centro Culturale Opera – Azioni Creative in Via Montessori 39 a San Felice sul Panaro (MO). Inaugurazione Lunedì 5 Settembre ore 21.30

Elenco degli autori della mostra

BACK TO THE ANALOG

ALESSIO GOVONI
ANDREA LOMBARDI
DANIELE BARBIERI
DANIELE GARDINAZZI
DAVID MACCAFERRI
ELENA GAVIOLI
EMELINE POUVARET
FEDERICO ARDIZZONI
GIULIANO REGGIANI
LUCA CARROZZINO
LUCA MONELLI
MIRKO BARALDINI
RAFFAELE CAPASSO
ROBERTO POLETTI
SIMONA BERTARELLI
SIMONE MENGHINI
STEFANO BERTONI
VANNI MONELLI

Galleria FIAF – Vorrei un tempo lento

Mostra fotografica di Raffaele Capasso

Vorrei un tempo lento lento. Questa mostra parla del tempo. Non nel senso metereologico del termine ma di quello filosofico o forse più precisamente di quello scientifico. Parla della sua importanza e della dimensione che misura il trascorrere degli eventi. La fretta "compulsiva" a cui ci siamo lasciati abituare, costringe in generale a guardare e non più ad osservare ciò che vediamo. Guardiamo con l'avidità di un collezionista di figurine, ci limitiamo al “celo-celo-manca”, scordandoci di valorizzare ciò che stiamo guardando e il momento che stiamo vivendo. Osserviamo troppo di quello che ci circonda in modo superficiale. Ecco perché nella maggior parte delle foto esposte il soggetto è riconoscibile solo osservando in modo più accurato. E' questo uno spunto per l'osservatore a fare una propria riflessione sull'importanza del tempo e della percezione che si ha di esso. Una sorta di invito al lettore ad entrare nelle colorate immagini e farsi trasportare dal lento andamento con cui le stesse, sono state composte e realizzate. Raffaele Capasso

Galleria FIAF – “Aurora Florealis”

Galleria FIAF – “Aurora Florealis”

"Aurora Florealis" di Rossella Sprocatti si compone di 12 pannelli a colori.

La mostra sarà inaugurata Lunedì 21 Marzo 2016 alle ore 21,30 presso la sede del Circolo Fotografico PHOTOCLUB EYES BFI in Via Montessori, 39 a San Felice sul Panaro e rimarrà aperta fino al 1° Maggio 2016.

Galleria FIAF – “La foto dell’anno”

LA FOTO DELL’ANNO 2014

La mostra "La foto dell'anno Fiaf 2014" arriva alla Galleria Fiaf Presso il Centro Culturale Opera di San Felice sul Panaro (Mo), una selezione delle opere prime classificate nei vari concorsi nazionali, foto affascinanti e spettacolari in cui possiamo ammirare tecnica, passione e determinazione. Nel 2014 la FIAF ha patrocinato moltissimi concorsi fotografici e tanti autori si sono messi in gioco proponendo le proprie opere. Tra vincitori e vinti, alla fine dell'anno si tirano le somme e vengono proclamate le cinque foto finaliste che gareggiano per il titolo di "Foto dell'anno".

"La foto dell'anno Fiaf 2014" è una mostra itinerante che gira l'Italia attraverso le Gallerie Fiaf presenti sul territorio, la federazione mette a disposizione di tutti il meglio che i propri fotografi sono riusciti a produrre, dandoci modo di ammirare le fotografie degli altri, ma anche di capire quali sono le caratteristiche delle immagini che hanno ottenuto molti consensi, risultando vincenti di giuria in giuria, di concorso in concorso.

Osservare il lavoro degli altri, studiarlo e capire come si muovono gli altri autori, ci aiuta a sentire in noi lo spirito di competizione e ci fa venire voglia di metterci in gioco con le nostre foto. Solo mettendoci in prima linea possiamo davvero migliorare, sfidare i nostri limiti e superarli.

Le cinque opere finaliste che hanno gareggiato per il titolo di "Foto dell'anno 2014" sono: "A presto" di Francesco Vignati; "A scuola in Nepal" di Ivano Cheli; "Con la tua mano sinistra" di Angelo Andreoni; "Razzauti incontra Modigliani" di Fabrizio Razzauti e infine "African beach" di Marco Bartolini che è la foto vincitrice, l'immagine simbolo del 2014 targato Fiaf!

La mostra "La foto dell'anno Fiaf 2014" sarà inaugurata Lunedì 29 Febbraio 2016 alle ore 21,30 presso la sede del Circolo Fotografico PHOTOCLUB EYES BFI in Via Montessori, 39 a San Felice sul Panaro.

Galleria FIAF – EYES-365

Testo di Silvano Bicocchi

Progetto EYES-365: Detto… Fatto! Il progetto fotografico “EYES-365”, ideato e realizzato dal Photoclub EYES BFI di San Felice s/Panaro (MO), ha dell’incredibile! Sì! E’ proprio il Photoclub EYES di San Felice s/Panaro che si è distinto con i 17 Festival di “Fotoincontri” (dal 1994 al 2010, più una speciale edizione nel 2013 post-sisma) che sono rimasti nel cuore di migliaia appassionati fotografi di tutt’Italia, e con il “Magico Carnevale” che, ideato da Mario Lasalandra MFI, nel 2003 è giunto quest’anno alla sua 13° edizione ed è ancora un atteso appuntamento annuale imperdibile per il fotoamatore italiano. San Felice s/Panaro è anche la cittadina ferita a morte dal terremoto, tragicamente avvenuto nella notte del 20 e nella mattinata del 29 maggio 2012. Tutte queste esperienze vissute hanno concorso a formare un particolare immaginario collettivo nei Soci del Photoclub EYES che molto probabilmente ha concorso prima nell’ideare e poi nel trovare quell’appassionato impegno dei numerosi soci che hanno contribuito alla brillante performance di questo progetto straordinariamente innovativo. Il 06 agosto 2015 si è concluso questo progetto, avviato il 07 agosto 2014. Pensando al carattere dopolavoristico che normalmente caratterizza le Associazioni fotografiche, questa esperienza collettiva trova un suo particolare valore proprio nell’essere stata compiuta nell’ambito di un Circolo Fotografico FIAF. Ma cos’è il progetto EYES-365? Per comodità riprendiamo la spiegazione del Presidente Luca Monelli: Avete presente l’applicazione WHATSAPP? Noi del Photoclub Eyes abbiamo creato un gruppo che, con i limiti numerici dell’applicazione, è formato da 50 soci iscritti al nostro circolo fotografico. Ogni giorno nel gruppo viene lanciato un tema fotografico al quale i soci possono partecipare postando un massimo di tre immagini. Le foto devono essere “fresche di giornata” e devono essere realizzate con uno smartphone e postate nell’applicazione entro le ore 24 del giorno stesso. Sono ammesse anche le post-prodotte solo con le varie APP che si possono scaricare dagli stessi “telefonini”. Chi vince il concorso giornaliero deve poi scegliere il tema del giorno successivo, comunicandolo entro le 9 del mattino, poi sarà giudice delle foto pervenute e dovrà proclamare la foto vincitrice tra tutte quelle postate, esprimendo le motivazioni della scelta. Con questo dispositivo concettuale che lo governa EYES-365 presenta i forti tratti dell’esperienza estrema: per il quotidiano impegno richiesto per tutto un anno senza interruzioni; per il ritmo ossessivo che lo ha posto a rischio di fallimento ogni giorno; per l’urgenza in creatività fotografica nel realizzare immagini a “tema dato” ideato giorno per giorno e quindi la sensibilità culturale nel trovare quotidianamente un tema inedito e attraente. Si sa “tra il dire al fare c’è di mezzo il mare” e come in ogni ardua impresa EYES-365 ha costantemente vacillato tra il fallimento e la vittoria; se oggi ne parliamo non è perché è stato ideato ma solo perché è stato perfettamente realizzato dai partecipanti. Dato l’entusiasmo col quale i soci del Photoclub EYES hanno partecipato, riflettiamo sui termini di questo progetto per capire: i presupposti sui quali si fonda; le dinamiche di gruppo che ha posto in atto e i risultati ottenuti. I presupposti: - Lo smartphone è uno strumento completo per realizzare immagini fotografiche ed è sempre in uso della gente. - Gran parte degli appassionati fotografi pubblica frequentemente sui social le proprie immagini, promuovendo così un’individuale attività fotografica. - E’ esistente nei soci il desiderio di migliorare le proprie capacità espressive in fotografia. - E’ vivo nei soci il piacere del momento collettivo e relazionale nella condivisione e nel confronto delle proprie immagini fotografiche. Le dinamiche di gruppo poste in atto dal progetto: - Dare 365 occasioni per affermare la propria fotografia. - Educare ad affrontare un “tema dato” diverso ogni giorno. - Educare a guardare le immagini realizzate dagli altri. - Responsabilizzare a rotazione gli iscritti, nel giudizio delle immagini del giorno con la scelta dell’immagine vincitrice. - Formulare un tema inedito che sia stimolante rispetto agli altri già trattati. - Educare a partecipare ogni giorno superando le difficoltà pratiche che questo comporta e sentirsi costantemente parte attiva di un progetto collettivo. - Conoscere ogni autore partecipante: nello stile fotografico, nella perseveranza e creatività. - Conoscere il valore del faticoso costruire insieme agli altri un’esperienza fotografica concreta e sentirsi parte viva di un gruppo coeso. I risultati ottenuti: - 85 partecipanti al progetto di età più varia (dai 20 ai 60 anni), 365 diversi temi ideati, circa 20.000 foto postate nel Gruppo Whatsapp, 24 i temi vinti dal migliore autore, 62 i partecipanti con almeno una vittoria, 20 i salami mangiati per festeggiare chi aveva raggiunto le 10 vittorie. - Si è dimostrato che lo smartphone è un sistema completo di produzione di immagini fotografiche di forte capacità espressiva. - Ha posto in essere un processo creativo di gruppo che ha stimolato quello individuale con motivazioni molto innovative indotte dal media. - Il lungo esercizio della fedeltà al conseguimento di un risultato comune, ha fatto maturare un intimo sentimento d’appartenenza al gruppo che raramente viene raggiunto anche dopo anni nella vita di un Circolo fotografico. - Ha permesso ad ogni partecipante di scoprire il valore del protagonismo artistico che dall’iniziale competitività è maturato nella complicità per poi scoprire il valore del risultato corale. - Scoprire cosa si è capaci di realizzare in fotografia e di cosa sono capaci gli altri. - Comprendere il proprio valore riconoscendo il valore degli altri. E’ difficile, per chi non ha vissuto sulla pelle la traumatica esperienza di un terremoto, accettare i tratti estremi di questo progetto: l’urgenza in ogni fase, l’estenuante persistenza quotidiana del dover ideare e comprendere, la severa conseguenza del dover agire…pena il fallimento o la vittoria. Ritengo che per comprendere le ragioni dell’ideazione e il successo di EYES-365 non si possa prescindere dall’esperienza traumatica causata dal sisma. Perché la violenza di un terremoto che spacca tutto, cose e persone, inevitabilmente ti cambia dentro… nell’inconscio! Esso, in pochi secondi: trasforma in macerie monumenti, fabbriche, case; devasta i risultati materiali di una vita di lavoro e scardina senza pietà tutte le certezze acquisite in una normale vita laboriosa; trasforma il senso della realtà degli uomini che sopravvivono ad esso e cambia il metro col quale dimensionare il senso del futuro. Leggete i commenti degli autori partecipanti a progetto EYES-365 e sentirete tutta l’energia di un’umanità fresca, concretamente risorta. Non c’è traccia di quella incapacità d’innovare che troppo spesso notiamo nell’umanità rassegnata alla decadenza del nostro tempo postindustriale. Sono le immagini, le messaggere di questa umanità risvegliata che, per la rapidità del dover fare, inevitabilmente ha sollecitato profondamente ogni propria risorsa creativa. Si nota in esse il vigore di un sano desiderio individuale, nel presentare agli altri la propria foto, che Whatsapp ha trasformato in vera energia collettiva. Si è assistito a un processo coinvolgente dove rapidamente la foto individuale è diventata stimolo alla creatività fotografica collettiva! Quanti ghiacci interiori sono stati rotti nel dare evidenza anche a sentimenti nascosti, con temi sempre più intriganti e un linguaggio iconico che si è fatto via via sempre più confidenziale e capace di mostrare l’indicibile. Nelle immagini si legge il passare delle stagioni e i segni delle diverse generazioni d’appartenenza dell’autore. Questi elementi universali sono diventati via via lo sfondo di questo processo creativo di gruppo e con la loro autorità morale hanno mantenuto il contesto nell’ambito della pubblica espressione artistica che con la sua alta Aura ha arginato i sempre possibili sbandamenti nella negativa volgarità. Nelle immagini si legge un rapporto di genere, tra maschile e femminile, fortemente innovativo che consapevolmente ha aperto reciprocamente nuovi sguardi, con ironia, trasgressione e una viva volontà di incedere oltre lo stereotipo. Le immagini colpiscono per l’ampiezza del gusto verso il fotografico, con l’uso del mosso, lo sfuocato, il B/N, i nuovi profili colore e la ricerca continua dell’improbabile rinunciando consapevolmente alla ripetizione e all’imitazione. Infine il consapevole e diffuso comporre immagini con le figure retoriche della metafora, la similitudine, l’ossimoro, la metonimia, ecc., denota il raffinato e profondo percorso culturale in atto tra i soci del Photoclub EYES. Concludendo, ritengo che il valore del progetto EYES-365 sia da misurarsi nello stesso modo col quale si considera l’opera di un autore maturo, tenendo conto che qui prevale il collettivo. Il collettivo diventa potente e intrigante quando, come in questo caso, è orientato in un percorso virtuoso. Nel seguire il compiersi di un progetto collettivo si assiste con emozione all’espressione di un’ampia gamma di sentimenti sempre più intimi, dovuti ad un continuo esercizio di profondità che foto dopo foto tocca sorprendentemente le verità della vita. Silvano Bicocchi Direttore del Dipartimento Cultura FIAF 09/12/2015

Galleria FIAF – Marco Urso

Galleria FIAF – Marco Urso

“IMMAGINI DAL MONDO: NATURA, GENTI E COLORI” mostra fotografica di Marco Urso presso la Galleria FIAF di San Felice sul Panaro (MO) in Via Montessori 39.
Periodo mostra dal 16 Novembre al 20 Dicembre 2015. Incontro con l'autore Lunedì 23 Novembre ore 21.30.

Marco Urso inizia a fotografare da adolescente con una modesta macchina a telemetro. Sviluppa e stampa da solo e vince il suo primo concorso all’età di diciannove anni con un reportage su Venezia.

Dopo gli studi di Medicina e Chirurgia e un’esperienza di quasi un anno all’Istituto Nazionale di Cardiologia di Città del Messico, tornato in Italia, accetta un lavoro che credeva transitorio e che poi invece diventerà la sua professione per quasi trent’anni: diventa il direttore generale di un importante tour operator internazionale e a venticinque anni anche il più giovane dirigente in Lombardia.

La sua vita cambia completamente. Studia materie nuove, sostituisce le nozioni di fisiologia con quelle di macroeconomia, e al posto della farmacologia e della clinica medica si trova ad affrontare la gestione dei budget, le sfide delle risorse umane e prova sulla sua pelle l’ansia dei risultati commerciali.

Fonda e gestisce due riviste, un’associazione culturale dedicata ai viaggi e per un periodo è stato il responsabile del comitato nazionale FIAVET per i giovani viaggiatori. Sono trent’anni di opportunità e successi, di continue sfide che lo portano in giro per il mondo, ma con ritmi troppo frenetici perché possa cogliere l’essenza delle cose decide di cambiare vita e lascia una carriera all’apice, tanti privilegi e comodità e inizia una vita più semplice, ma immensamente più ricca e con più spazio per gli interessi personali, tra cui la fotografia.

Marco è un “wildlife and travel photographer”, ovvero dedica i propri scatti a soggetti di reportage di viaggio e di natura. I due ambiti, fotograficamente parlando, hanno molto in comune, chiedendo entrambi una sintesi di tecnica, repentina visione fotografica e specchio di uno stato interiore.

Per Marco le nozioni dei suoi studi e l’esperienza professionale riaffiorano, congiunte, nell’interesse per l’uomo e le sue diverse culture e per il comportamento delle specie in natura. Curiosità, ma anche studio e conseguente voglia di approfondimento, ripresa fotografica e impegno per la salvaguardia della natura e delle sue immense bellezze.

Marco dedica particolare attenzione alla luce in ripresa, alla composizione come narrazione di una storia e ai suoi lavori applica solo una minima postproduzione.

Le sue foto sono state utilizzate per libri di natura e viaggi in tutto il mondo e sono state pubblicate da riviste come National Geographic, Nature Images, Nature Best, Outdoor Photographer, Asferico, Natura e Oasis, Go Nordic.

E’ stato vincitore o finalista in vari concorsi nazionali e internazionali, come quello del National Geographic,Wildlife Photographer of the Year, Travel Photographer of the Year, Hasselblad Awards, Nature Best, Outdoor Photographer of the Year, Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica, Glanzlichter ed è stato insignito delle medaglia d’oro o d’argento delle più importanti associazioni fotografiche internazionali come la Royal Photographic Society, la Photographic Society of America la Federazione Fotografica Tedesca, Scandinava,Olandese, Canadese e di Singapore.

Le sue foto sono state esposte a Washington, Londra, Colonia, Singapore, San Pietroburgo e Mosca.

Ha visitato e viaggiato in settantaquattro paesi. Scrive e pubblica articoli e servizi sulle riviste Oasis, Natura, Asferico. Image Mag, ed in lingua inglese e tedesca, sul magazine Go Nordic.

E’ socio del Circolo Fotografico Milanese . Fa parte della FIAF, della FIAP, dell’AFNI, di cui è il delegato per la Lombardia e del GDT tedesco. E’ un X-PHOTOGRAPHER Fuji.

Nel 2014 è entrato a far parte della Squadra Nazionale Italiana di Fotografia Naturalistica che ha poi vinto la medaglia d’oro ai campionati mondiali.