Quando si dice Capolinea si pensa ad una stazione ferroviaria, a un tram, una metropolitana; insomma, ad un tragitto che termina.
Per metafora, capolinea è dunque un punto di arrivo, bello o brutto, triste o felice che sia. Di una condizione, di una situazione, di una funzione. Esito finale per persone, luoghi, oggetti.
Si potrebbe continuare. Ma è solo così?
Capolinea è, talvolta, fermarsi a riflettere. È anche il tornare indietro, per paura o per sconfitta. È il rientro nel quotidiano o nella realtà.
Capolinea è pure l’andare oltre, il ri-partire. Verso un nuovo viaggio, una nuova vita, una nuova speranza.
L’occhio del fotografo cerca di cogliere queste diverse sfumature, queste differenti sensibilità, ponendo all’interlocutore più che risposte, riflessioni. Questa mostra invita alla lettura della realtà nelle sue diverse declinazioni, talvolta sorprendenti.
Capolinea è il tema proposto dal Dipartimento Cultura della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e sviluppato durante il 2017 su tutto il territorio nazionale dai circoli fotografici aderenti.
In Emilia-Romagna tre circoli appartenenti a tre province diverse hanno unito le proprie forze per realizzare il tema: il “Photoclub Eyes BFI” di San Felice sul Panaro; il Fotoclub “il Guercino BFI” di Cento; il Circolo Fotografico “il Palazzaccio” di San Giovanni in Persiceto.
Loro lavori sono stati esposti nel Palazzo Ducale a Carpi, nella Reggia di Colorno, a Cento nel Palazzo del Governatore, a Mirandola nell’Aula Magna Rita Levi Montalcini.
A nessuno sfugge che i tre circoli fotografici appartengono ad altrettante province colpite dal sisma nel 2012. Con la propria attività di diffusione della cultura dell’immagine e dell’arte fotografica, mai interrotta anche nei momenti più difficili, i tre circoli hanno dimostrato che Capolinea è, soprattutto, un punto di Ripartenza.
Emiliani, gente tosta.